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Pianta degli
scavi 2005 |
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L'area centrale
del portico |
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Maschera di
sarcofago |
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Il
portico d’entrata è stato scavato a partire dal centro allo scopo di
velocizzare l’apertura dell’accesso principale alla Tomba di Harwa.
All’inizio della stagione di scavo quest’ultimo era ancora bloccata
da un muro di pietra che la Missione Archeologica del Metropolitan
Museum di New York aveva costruito negli anni Venti del secolo
scorso per trasformare il vestibolo in un magazzino. I reperti che
ancora si trovavano al suo interno erano stati rimossi e trasportati
in un magazzino del Consiglio Superiore delle Antichità egiziano nel
corso dell’estate 2004. La demolizione del muro che bloccava
l’accesso principale ha rivelato che le pietre utilizzate nella sua
costruzione erano state ricavate asportando la cornice della porta
d’ingresso stessa. Il muro è stato sostituito con un cancello al
fine di assicurare la protezione della tomba.
L’area
al centro del portico era coperta da uno strato di sabbia spesso più
di un metro. La sua rimozione ha portato alla scoperta di
un’interessante situazione archeologica (Fig.
3).
Sono
stati scoperti numerosi frammenti di sarcofago e almeno tre diverse
mummie.
Le
assi e le schegge dei sarcofagi, tutti databili al periodo
greco-romano, giacevano accatastate nella parte occidentale
dell’area antistante al portico. Tra questi è stato possibile
identificare: la porzione del lato di un sarcofago antropoide con
resti di iscrizione geroglifica molto grossolana, dipinta in azzurro
su sfondo bianco; una tavola proveniente da un sarcofago diverso,
con parte di una scena dipinta in rosso e nero, e il coperchio di un
terzo sarcofago. Su quest’ultimo, privo di qualsiasi decorazione
pittorica, si trovava applicata una maschera funeraria simile per
fattezze a un’altra trovata in precedenza a qualche metro di
distanza in direzione sud-est (Fig.
4).
Quest’ultima
trova un esatto parallelo in un sarcofago conservato al Museo
dell’Università di Tübingen (n. 1714; Emma
Brunner-Traut, Helmut Brunner, Die Ägyptische Sammlung der
Universität Tübingen, Mainz am Rhein 1981, pp. 234-236, tavv.
156-157). Nel catalogo della collezione quest’ultimo, che è
detto essere unico nel suo genere, è datato al II secolo d.C. ed è
attribuito, sebbene con qualche dubbio (Sarg eines Phöniziers (?)),
a un individuo di origine punica sulla base del fatto che il
copricapo della maschera troverebbe confronti con un tipo di tiara
attestato nel mondo fenicio e siro-palestinese. Oltre alle due
maschere recuperate nel corso di questa campagna, la Tomba di Harwa
ne ha restituita una terza con le medesime fattezze. Quest’ultima è
stata trovata nel corso della campagna di scavo 1998 (HRW 1998, R
29) tra i detriti che ingombravano il Santuario di Osiride,
inducendo a ritenere che dovesse provenire da uno degli ambienti più
interni della tomba di Harwa.
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