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Pianta degli
scavi 2006 |
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Situazione dello scavo del
cortile alla fine della
stagione autunnale |
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Questa
situazione è inoltre confermata dalla scoperta di numerosi resti di
mummia riportati alla luce durante la missione autunnale. Sono stati
ritrovati soprattutto in corrispondenza delle entrate alla parte
sotterranea della Tomba di Harwa e alla porzione meridionale del
corridoio che la circonda. E’ pressoché certo che i tombaroli
abbiano estratto le mummie dai numerosi di pozzi di epoca
greco-romana che si aprono in diverse parti del monumento. Le
sbendarono depredandole degli oggetti di valore come cartonnage,
amuleti e, infine, gettarono quanto ne rimaneva nel cortile. E’
degno di nota il fatto che la maggior parte delle mummie è stata
trovata con la faccia rivolta al suolo, probabilmente per impedire
loro il riconoscimento dei tombaroli. Che questa posizione non sia
casuale, ma dettata da un sentimento di vivida superstizione è
dimostrato anche dal fatto che molte delle mummie sono state
ritrovate prive delle gambe o dei piedi e delle mani, volutamente
spezzate evidentemente per impedire loro di inseguire e punire chi
aveva recato loro ingiuria.
Durante
la seconda parte della stagione, gli scavi sono stati spostati in
corrispondenza del lato occidentale del cortile consentendo di
rimuovere i detriti che ricoprivano quanto resta delle pareti
dell’entrata a nicchia alla parte sotterranea della Tomba di Harwa.
Anche qui, sono purtroppo estremamente evidenti i segni delle
ruberie. La parte inferiore della parete settentrionale reca ancora
le tracce della figura di Harwa seduto davanti a una tavola per
offerte sotto la quale si trovano alcune giare. La scena è eseguita
in un bassorilievo leggermente più aggettante rispetto alla restante
decorazione del cortile.
Gli
scavi davanti a quella che era stata da sempre considerata l’entrata
a nicchia della Tomba di Akhimenru hanno dimostrato che l’apertura
deve essere considerata semplicemente una breccia. Questa parte del
monumento appare perciò essere stata concepita non come un accesso,
ma quanto piuttosto come una sorta di cappella sul cui muro di fondo
(ovest) era sta ricavata una piccola edicola dove doveva essere
collocata o una statua o una stele.
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