RAPPORTO PRELIMINARE sulla CAMPAGNA di STUDIO nella TOMBA di HARWA (TT 37) |
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Questo studio è frutto delle ricerche compiute su una tomba della XXV dinastia trovata a Luxor sulla riva occidentale del Nilo vicino al tempio mortuario della regina Hatshepsut Francesco Tiradritti | |
Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche | |
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Ringraziamenti
Alcuni membri della Missione Archeologica dell'Università di Roma "La Sapienza" hanno fornito il proprio contributo su specifiche problematiche che sono state affrontate nel corso dello studio. Ringrazio perciò Carlo Cataldi Tassoni (architetto), Carlo Usai (restauratore), Franco Lovera (fotografo) ed il Prof. Alessandro Roccati, direttore della missione, che ha loro accordato il permesso di prestare la loro opera.
Un particolare ringraziamento va anche ai funzionari dell'Ispettorato del Servizio delle Antichità di Qurna, che hanno facilitato in ogni modo il regolare svolgimento dei lavori. Voglio qui ricordare il Direttore Sabri Abd el-Aziz, l'ispettore-capo Mohammed A. el-Bialy e l'ispettore Aly Abd el-Gelil.
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Il pavimento di ogni ambiente è ricoperto dai frammenti di calcare caduti dalle pareti e dal soffitto nel corso dei secoli. Molti di questi recano decorazioni ed iscrizioni geroglifici. In ragione di questo fatto, si è provveduto a spostarli, in modo da creare passaggi che permettessero di raggiungere le parti più importanti dell'ipogeo senza calpestarli (Fig. 2). Nel corso di questa operazione, un frammento con la menzione alla "dodicesima ora della notte" è stato rinvenuto nella prima sala ipostila. Ciò rende assai probabile l'ipotesi che i pilastri della sala (da dove sembra provenire il frammento) fossero iscritti con una versione del Libro delle ore del giorno e della notte. Nella parte sud-occidentale della prima sala ipostila è stato trovato anche un frammento di tavola d'offerta in arenaria. Poiché lo scopo principale della campagna era lo studio dei testi, i due frammenti sono stati lasciati in situ.
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Le figurazioni ed i testi dei passaggi tra i vari ambienti sono stati copiati ed completamente documentati (Figg. 5, 6). Il loro studio preliminare sembrerebbe dimostrare che il defunto, proprio nella seconda sala ipostila (dove si apre il pozzo che conduce al nucleo di ambienti funerari con la sepoltura di Harwa), viene sottoposto ad uno speciale rituale in grado di conferirgli una rinnovata giovinezza prima della sua definitiva discesa nell'Oltretomba (Figg. 3, 4). Il suo arrivo nel regno dei morti avviene però nella sala successiva, sulla cui parete di fondo è scolpita in altorilievo una immagine del dio Osiride. Questi è rappresentato all'interno del suo santuario, realizzato con una tecnica che precorre quella del trompe-l'oeil in modo da conferire un'impressione di maggiore profondità all'ambiente.
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All'interno della prima sala ipostila della tomba di Harwa, vicino al cancello d'ingresso, è stato ritrovato un sacchetto di plastica contenente alcuni oggetti ritrovati nel corso di una pulizia superficiale del cortile (effettuata il 3 dicembre 1994 da Salah Bayumi, ispettore del Servizio delle Antichità di Qurna), resasi necessaria in seguito alle abbondanti piogge di quell'anno. La dott.ssa Susanna Vanek (Eötvös University, Budapest) ha esaminato i frammenti di alcuni ushabty, attribuendo loro una datazione preliminare. Ne è risultato un orizzonte cronologico che abbraccia dalla XXV dinastia fino all'epoca greco-romana che suggerisce un utilizzo della tomba estremamente prolungato.
Francesco TIRADRITTI
consulente egittologo
c/o Civiche Raccolte Archeologiche
via Luini, 2
I-20123 Milano
Le fotografie sono di Franco Lovera,
via Pascoli 7, I-10036 Settimo Torinese (TO).